Intervista a Filippo Toso: relatore del WM EXPO 2016

Giu 06, 2016 by Staff WM EXPO in  News

In che anno hai iniziato e perchè?

Ho iniziato a pubblicare video online circa 9 anni fa. Il primo filmato che ho caricato su YouTube è nato da un incrocio di eventi: uno dei primi esperimenti di Social Journalism e una frana avvenuta in una valle in Alto Adige dove ho trascorso le vacanze per quasi trent’anni.

In quei giorni un telegionale nazionale invitava i propri spettatori a inviare video con notizie rilevanti. Quando ho sentito della frana, conoscendo bene la zona, ho intuito che ci potessero essere delle webcam che avevano ripreso l’evento. E così è stato.

Ho scaricato i vari frame ripresi da alcune webcam prima, durante e dopo l’evento, le ho unite a formare un singolo filmato e l’ho inviato al telegiornale. In meno di 2 ore ho visto la mia piccola “creazione” venire trasmessa per pochi secondi su una televisione nazionale. Questo primo incontro con i video online mi ha insegnato tre regole fondamentali di questo strumento: “always be recording” (registra sempre), “carpe diem” (cogli l’attimo) e “done is better than perfect” (fatto è meglio di perfetto).

Un mese più tardi navigando sul web ho incontrato un concorso di Zopa, la piattaforma di Social Lending inglese che si preparava per entrare nel mercato italiano. Il contest prevedeva la realizzazione di un breve video che spiegava il modello di business del servizio.

Durante una lunga serata ho prodotto il mio secondo video basato sui personaggi “il gatto e la volpe” di Pinocchio. A ripensarci ora mi viene da ridere visto il fenomeno orami dimostrato denominato “Cats and the Internet” che dimostra come immagini e video di gatti domestici siano i contenuti più visti di tutto il web!

E così che ho iniziato la mia avventura nel mondo del Video Marketing, con una frana e un gattino 😉

Come hai imparato a fare la tua attività?

Per prima cosa ci terrei a precisare che non sono un video maker ma un video marketer. Dal mio punto di vista la differenza è sostanziale. Un video maker produce contenuti con l’obiettivo di ottenere il miglior risultato in termini di design, storia ed emozioni veicolati. Il video marketer invece ha un’unica metrica su cui si basa il successo della sua attività: i profitti.

Spesso vengo criticato per la scarsa “poesia” dei contenuti che veicolo, ma se poi andiamo a guardare i risultati in termini di clienti acquisiti e fatturato generato, non ci sono molte obiezioni da fare. Un appassionato può spendere 3 settimane a produrre un video perfetto, che trasmetta sentimenti, sensazioni ed emozioni a chi lo guarda. Un video marketer invece deve confrontarsi con budget limitati e ritorno sull’investimento. Se posso ottenere il 90% del risultato investendo la metà del tempo, non è difficile immaginare dove penderà l’ago della bilancia 😉

Ho imparato tutto quello che so praticamente da auto didatta: studiando libri, seguendo corsi e tutorial online e facendo tanti esperimenti e tanti errori. Uno degli sbagli commessi da chi si approccia per la prima volta al video marketing è di voler produrre un video di vendita come primo contenuto. Solitamente questa scelta porta al fallimento più completo perché il prodotto risulterà amatoriale e di scarsa qualità agli occhi dei potenziali clienti minando la credibilità dell’azienda e i risultati che si potrebbero ottenere nel medio e lungo periodo grazie a questo strumento.

Per questo motivo consiglio sempre di iniziare con un semplice video di presentazione e proseguire con tutorial e altri contenuti di valore che ci posizionino nel mercato come esperti affidabili. Solo in questo modo si riescono ad acquisire le competenze necessarie per poter produrre video di marketing in grado di generare contatti e vendite.

Quali colleghi o figure professionali ti hanno ispirato?

Negli ultimi 5 o 6 anni ho seguito attivamente su YouTube alcuni esperti americani. Grazie ai loro consigli sono riuscito a migliorare sostanzialmente la qualità dei contenuti che produco ogni settimana.

Il primo è Griffin Hammond che ho incontrato per la prima volta quando produceva news e tutorial per Indy Mogul e ho continuato a seguire nella sua carriera di documentarista prima e produttore di video per Bloomberg poi. Griffin mi ha ricordato di quanto sia importante utilizzare ciò che si ha a disposizione invece di spendere sempre in nuove attrezzature.

Andrew Cramer di VideoCopilot.net mi ha aiutato infinitamente nell’acquisizione di una competenza complessa come la post produzione con After Effects. Negli ultimi 2 anni Andrew ha collaborato con la Bad Robot di J.J. Abrams alla produzione degli effetti speciali di Star Wars VII.

Ryan Connolly di FilmRiot mi ha insegnato moltissimo sull’importanza di una buona storia nella produzione di video e film. I contenuti che veicola insieme ai colleghi della Triune sono sempre fonte di ispirazione.

Infine c’è Casey Neistat, uno dei più famosi vlogger di YouTube. La principale lezione che ho imparato da lui è la costanza (“Just keep uploading”).

Quale sarà il futuro dell’attività di cui parlerai al WM EXPO?

Il 2016 sarà l’anno dello streaming live, dei video a 360 gradi e della realtà virtuale. Nei prossimi anni vedremo un’esplosione nell’adozione di queste tecnologie grazie a device sempre più potenti e ad alta risoluzione.

Ad esempio, le agenzie immobiliari potranno far visitare ai clienti decine di location nell’arco di pochi minuti seduti comodamente alla scrivania e i potenziali acquirenti potranno usare queste tecnologie per preselezionare quali immobili visitare di persona.

Le agenzie di viaggio inizieranno a proporre pacchetti di esperienze virtuali e non mi stupirei di vedere l’introduzione di “esperienze remote” dove sistemi autonomi (come robot e droni) permetteranno agli utilizzatori di fare esperienza di luoghi lontani in tempo reale e a 360 gradi.

Anche il settore della formazione cambierà drasticamente. Gli organizzatori di eventi potranno proporre la partecipazione in modalità remota grazie a streaming multipli in tempo reale a 360 gradi.

Se volete un assaggio di dove saremo nell’arco di 10/15 anni, consiglio a tutti la lettura del romanza Ready Player One di Ernest Cline.

Quale strategia di video marketing consiglieresti per una startup?

La strategia di video marketing che una startup dovrebbe seguire dipende molto dalla fase in cui si trova.

Ad esempio se ha la necessità di aumentare la propria brand awareness per far crescere la base di utenti, potrebbe orientarsi verso il video storytelling. Utilizzando questo formato per raccontare la propria storia, il problema che aiuta ad affrontare e come migliora la vita dei propri utenti, non avrà problemi ad attirare altre persone della stessa nicchia di mercato.

Se invece ha difficoltà nel coinvolgere gli utilizzatori a causa, ad esempio, della curva di apprendimento, potrebbe focalizzare le proprie risorse sulla creazione di tutorial che mostrino in modo interessante e divertente come ottenere il risultato promesso attraverso gli strumenti che mette a disposizione.

Infine se si trovasse nella condizione di dover attirare clienti di alto livello potrebbe realizzare una serie di video case study per dimostrare come ha aiutato altre aziende simili a raggiungere e magari superare le proprie aspettative.

Si parte sempre dall’obiettivo che si vuole raggiungere e si scolpisce la strategia un video alla volta.

 

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